Un fotografo parmigiano, Giulio Nori, espone al Salina Doc Fest 2015, la IX edizione del festival internazionale del documentario narrativo che si svolge dal 16 al 20 settembre nella più verde delle isole Eolie proponendo proiezioni, incontri, concerti. Incentrata quest’anno sul tema “Conflitti e periferie”, la manifestazione avrà tra gli ospiti Nanni Moretti con il suo “Mia madre”, Ascanio Celestini, che riceverà il Premio Ravesi; i giornalisti Curzio Maltese, Giovanni Maria Bellu e Federico Rampini che dialogheranno sul tema del festival.
Il concorso internazionale Doc, con il patrocinio dell’Associazione Carta di Roma (fondata dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti) e della Federazione nazionale stampa italiana, vede nove opere di registi europei – tra cui gli italiani Andrea Segre, Massimo Coppola e Danilo Monte – selezionate dalla direttrice artistica, Giovanna Taviani, con la consulenza di Federico Rossini e Ludovica Fares e la collaborazione di un altro parmigiano, Sandro Nardi. Nell’ambito del festival Giulio Nori, fotografo freelance e documentarista, presidente dell’associazione di documentazione sociale Le Giraffe e socio D.E-R (Documentaristi Emilia-Romagna), presenta la mostra “Primavera in Kurdistan. La terza e la quarta volta”, una gallery di dodici scatti in bianco nero analogico e dodici a colori digitale, frutto dei suoi quattro viaggi nel Kurdistan turco. Le occasioni che hanno portato Nori nel Paese sono diverse: dal primo, molto avventuroso, ventun’anni orsono, durante vacanze estive giovanili, al secondo, per partecipare a un campo di lavoro volontario del servizio civile internazionale, agli ultimi due, più recenti, all’interno di una delegazione come osservatore internazionale durante lo svolgimento del Newroz, il Capodanno curdo che il popolo festeggia il 21 marzo, una festa dell’identità curda all’insegna della resistenza ai tentativi di assimilazione da parte del governo turco. Come incipit della mostra, una frase di Ernesto Guevara che informa anche lo spirito dell’associazione di cui Giulio Nori è stato co-fondatore nel 2006: “Soprattutto siate sempre capaci di sentire nel più profondo di voi stessi qualsiasi ingiustizia commessa contro qualsiasi persona, in qualsiasi parte del mondo”. Il lavoro di documentazione di Nori parte proprio dalle emozioni scaturite dal trovarsi a cospetto di un popolo vessato da secoli, ma mai fiaccato. Le foto, di grande impatto, sono accompagnate da un diario minimo che da un lato amplifica le informazioni sul contesto sociale, dall’altro offre frammenti di vissuto quotidiano che rendono l’esperienza “audience friendly”. Nel catalogo del festival Stefano Corso scrive, sulla mostra: «Nori attraverso i suoi scatti racconta i diversi aspetti della quotidianità apparente di una festa identitaria, fortemente ostacolata dal governo Turco tanto da far sembrare, negli anni, la repressione una parte della tradizione stessa. I colori restituiscono calore alla polvere e i suoni della primavera accendono visivamente la fierezza dell’ appartenenza ad una terra arida ma viva».
Giulio Nori, fotografo freelance e documentarista, nasce a Parma il 25 ottobre 1969. E’ presidente dell’associazione di documentazione sociale Le Giraffe e socio D.E-R (Documentaristi Emilia-Romagna).